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Pastorale americana – la Cartografia Letteraria del capolavoro di Philip Roth​

Un romanzo dove protagonista è il sottosuolo, scavato da mani guantate che scavano a fondo nella terra in cerca di un segreto nascosto.

La Cartografia Letteraria di Pastorale americana inizia da una domanda: perché i guanti? Perché proprio i guanti? Leggendo Pastorale americana – il capolavoro di Philip Rothdel 1997, vincitore del premio Pulitzer per la narrativa l’anno successivo – è questa la domanda che non ha fatto altro che tormentarmi dalla prima all’ultima pagina. Il protagonista, Seymour Levov – soprannominato lo Svedese per i tratti spiccatamente nordici – guida con successo l’azienda di famiglia, una manifattura di guanti. La eredita dal padre e la fa crescere e prosperare anno dopo anno. Anche quando la sua vita verrà devastata da una tragedia familiare incancellabile, anche durante i periodi peggiori, anche nel pieno dei moti di rivolta che metteranno a soqquadro Newark, la fabbrica di guanti rimarrà sempre il centro della sua vita.

Ecco che allora ho iniziato a domandarmi cosa rappresentino i guanti di pelle, perché proprio i guanti. I guanti sono la superficie delle cose: l’esteriorità lucida della famiglia perfetta dell’America degli anni Cinquanta, la superficialità ottusa in cui sembrano immersi lo sguardo e il sorriso dello Svedese. Ma i guanti sono anche un accessorio destinato alla sparizione, all’estinzione dal mercato, al superamento dal gusto collettivo – così come è lentamente votata all’estinzione quell’America raccontata da Roth nel romanzo. I guanti sono anche protezione, nido caldo e avvolgente, sono la seconda pelle che tocca, stringe il mondo, lo manipola e lo scava al posto nostro. Dentro i guanti si muove il corpo caldo e vivo che li anima, come i desideri vivi e roventi della protesta politica e del sesso si agitano dentro i personaggi di Roth.
pastorale americana
Pastorale americana nella Cartografia illustrata da Pietro Tenuta
I guanti, le mani che scavano, che svuotano la terra, richiamano anche un’altra immagine di Pastorale americana, questa volta strutturale. Il romanzo di Roth segue una trama che avanza quasi per caverne, per verticalizzazioni sempre più profonde, per carotaggi nella terra. La trama principale è quasi interrotta, scavata, da gallerie a stento comunicanti tra loro. Ogni carotaggio, ogni caverna, è l’approfondimento di un personaggio, di un dettaglio, di una situazione specifica: cosa ha significato per Dawn diventare Miss New Jersey? Merry balbettava davvero o ha manipolato i suoi genitori fin da bambina? E, ancora una volta, come si producono i guanti migliori del mondo? Roth scava, scava fino a far raggiungere allo Svedese – e a noi che leggiamo – il segreto più intimo di queste domande, la loro verità unica e insostituibile. Pastorale americana è un romanzo interamente giocato sul sottosuolo: la parte nascosta di noi, delle nostre relazioni, della società è la vera protagonista del romanzo.

Le caverne di cui è formato il romanzo ci ricordano anche il tunnel buio e lurido che lo Svedese moltissimi anni dopo dovrà percorrere per rivedere la figlia, una Merry ormai devastata, smagrita, irriconoscibile, votata alla più totale non violenza – anche nei confronti dei batteri e dei microrganismi dell’acqua – ma incredibilmente in pace col mondo e con se stessa. Paradossalmente la non violenza di Merry è però violenza nei confronti del suo corpo, della sua stessa dignità di persona, dell’amore che suo padre prova per lei.
La Cartografia Letteraria di Pastorale americana assomiglia quindi a una sezione geologia, mostra quanto poco spazio sia necessario alla superficie delle cose, e quanto invece sia rilevante per Roth il sommerso, la parte dove si agita tutto. Solo scavando si può raggiungere la verità delle cose.

In superficie rimane il resto, le vacche e il toro da competizione di Dawn, il piccolo ufficio postale fatto saltare in aria da Merry, la riunione degli ex alunni del liceo di Newark, l’elegante finta di corpo con cui da ragazzo lo Svedese si smarca da chi lo insegue sul campo da footbal. Tutto in superficie, tutto sullo stesso piano, ogni cosa per sempre imperturbabile, deposta sotto lo stesso cielo.

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Ideatore del metodo Cartografia Letteraria, Writing Coach ed Editor.

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