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Stoner – la Cartografia Letteraria di John Williams

Il senso del capolavoro di John Williams è un’opaca, leggiadra, complessità.

Stoner

Stoner è un romanzo del 1965 dello scrittore americano John Williams. Un romanzo splendido, ma che all’esordio in libreria non riscuote alcun successo di vendita, segnando appena duemila copie vendute e finendo fuori commercio l’anno successivo. Nel 2011, Stoner è stato oggetto di una riscoperta quasi casuale in Francia, una riscoperta che lo ha portato – prima lentamente, poi in maniera sempre più veloce e inarrestabile – a diventare un bestseller internazionale.

La fortuna di Stoner (forse coincidente con la sfortuna che lo aveva segnato all’esordio) è quella di trattarsi di un romanzo dalla trama esilissima. La vita di un professore universitario che non fa mai carriera. E dal protagonista incredibilmente “medio”: un uomo tra gli anni Dieci e gli anni Cinquanta del Novecento, William Stoner, figlio di contadini, che si affranca dal destino di massacrante lavoro nei campi che lo attende, grazie alla passione per gli studi letterari. Stoner diventa docente universitario, ma senza mai spiccare in nessun modo, e senza rimanere nella mente e nel cuore di nessuno dei suoi studenti o colleghi.
William Stoner nasce in una fattoria nel 1891. La sua è una famiglia povera della campagna del Missouri. William inizia da giovanissimo subito a lavorare nel terreno del padre. Nel 1910, all’età di diciannove anni, i suoi genitori si convincono malvolentieri a iscriverlo all’Università del Missouri, facoltà di agraria. Da quegli studi sperano che il figlio trovi il modo di rendere il terreno meno sabbioso, e il mais meno avvizzito. Durante il corso di Letteratura inglese, obbligatorio nel suo piano di studi del secondo anno, il professor Archer Sloane legge davanti a tutti il sonetto n.73 di Shakespeare e Stoner ne resta completamente affascinato. Travolto. Gli si spalanca davanti agli occhi un mondo inedito. Qualcosa che fino ad allora non aveva mai intercettato e che lo conquista in un attimo. Un tipo di bellezza che non lo aveva mai accompagnato prima.

Senza dirlo ai suoi genitori, Stoner abbandona senza remore Agraria per iscriversi alla facoltà di studi umanistici. Confesserà questo tradimento solo l’estate dopo, a conclusione dell’anno accademico.

Al termine degli studi, il professor Sloane gli consiglia di pensare al dottorato e a una carriera indirizzata alla ricerca e all’insegnamento. Quando i suoi genitori si presentano alla cerimonia di laurea, Stoner li informa che non tornerà alla fattoria di famiglia. E dopo aver completato il percorso di specializzazione, diventa professore proprio in quella stessa Università.
Durante il corso di Letteratura inglese, il professor Archer Sloane legge davanti a tutti il sonetto n.73 di Shakespeare e Stoner ne resta completamente affascinato. Gli si spalanca davanti agli occhi un tipo di bellezza che non lo aveva mai accompagnato prima

Alcuni anni dopo, Stoner si sposa con Edith, dalla quale ha una figlia, Grace. L’amatissima figlia Grace. Ma il matrimonio tra Stoner ed Edith si fa quasi subito infelice e contrastato.

Infelice a casa e sul lavoro, Stoner trova un po’ di luce in Katherine Driscoll, una giovane ricercatrice conosciuta in un corso di letteratura. I due si innamorano, ma la loro relazione, che inizialmente riescono a mantenere nascosta, viene scoperta e scatena uno scandalo all’interno dell’Università. Stoner è perciò costretto a lasciare Katherine per conservare la cattedra. La carriera universitaria di Stoner prosegue senza successi né promozioni, ostacolata per venticinque anni dal suo capo di dipartimento.

Stoner muore nel 1956, all’età di sessantacinque anni. Una vita senza note a margine, senza emozioni trascinanti, senza lasciare segni negli altri.
Alcuni anni dopo, Stoner si sposa con Edith, dalla quale ha una figlia, Grace. L’amatissima figlia Grace. Ma il matrimonio tra Stoner ed Edith si fa quasi subito infelice e contrastato.

Infelice a casa e sul lavoro, Stoner trova un po’ di luce in Katherine Driscoll, una giovane ricercatrice conosciuta in un corso di letteratura. I due si innamorano, ma la loro relazione, che inizialmente riescono a mantenere nascosta, viene scoperta e scatena uno scandalo all’interno dell’Università. Stoner è perciò costretto a lasciare Katherine per conservare la cattedra. La carriera universitaria di Stoner prosegue senza successi né promozioni, ostacolata per venticinque anni dal suo capo di dipartimento.

Stoner muore nel 1956, all’età di sessantacinque anni. Una vita senza note a margine, senza emozioni trascinanti, senza lasciare segni negli altri.

La Cartografia Letteraria di Stoner è un’opaca, leggera, complessità.

Cartografia Letteraria è un progetto che ha l’ambizione di dar vita a illustrazioni che – con una sola immagine – portino alla luce il contenuto emotivo di un romanzo. Non la sua trama o il suo paesaggio. Non il loro protagonista o i movimenti che ha attraversato. Ma il tema del romanzo, il suo senso profondo. Le ho immaginate come l’anello di congiunzione tra lo scrittore e il libro finito. Come la mappa di un territorio che lo scrittore ha abitato e attraversato prima di scrivere. Ecco che allora la Cartografia Letteraria di Stoner, fa affiorare il centro emotivo di questa bellissima storia di passione e leggerezza, tormento e disillusione. Per provare a far emergere il senso, per raccontare il nucleo centrale, il tema alla base del romanzo di Williams, ho chiesto la collaborazione del bravissimo illustratore Mattia Riami.
Mattia ha lavorato su alcune parole chiave: leggerezza, trasparenza, opacità, acqua, lontananza, vicinanza. Dopo aver letto il romanzo due o tre volte, queste parole mi sembravano quelle più adatte per definire il tema centrale di Stoner. Stoner sembra scritto sull’acqua, è questa secondo me la sua peculiarità principale. L’aspetto che lo rende un romanzo unico, impossibile da replicare. Il cuore di questa storia sta tutto sul pelo dell’acqua. Stoner ci sembra un protagonista lontanissimo, opaco ma impalpabile, aereo. Ma allo stesso tempo – appena lo vediamo da vicino, appena lo sentiamo parlare accostandogli l’orecchio alla bocca – veniamo invasi da un avvampante calore improvviso. Un calore che da quel momento in poi, è impossibile da dimenticare. Stoner è tutto qui: un fuoco freddo – un fuoco pallido per dirla con Nabokov – che sembra distante, ma che ci travolge appena ci avviciniamo
Come trasmettere allora questo senso di leggerezza, di opacità, di distanza, ma allo stesso tempo di profondità e di vicinanza?

Questo è stato il problema da risolvere raccogliere e spiegare con una sola immagine il senso della vicenda di Stoner.
Mattia Riami ha lavorato su alcune parole chiave: leggerezza, trasparenza, opacità, acqua, lontananza, vicinanza. Queste parole mi sembravano quelle giuste per definire il tema centrale di Stoner. Il romanzo sembra scritto sull’acqua, ed è questa la sua peculiarità principale secondo me. Stoner è tutto qui: un fuoco freddo che sembra distante, ma che ci travolge appena ci avviciniamo.
Una Cartografia, quella realizzata da Mattia Riami e che potete vedere qui sotto, che mette in luce la leggerezza e la profondità attraverso una struttura vaporosa ma solida, che sembra un labirinto pronto a ingoiarci.

Un labirinto, un palazzo di specchi, una struttura indefinita ma solida, che vista dall’alto ci ricorda come basti un istante, un passo falso per cadere per sempre.
Stoner – Cartografia Letteraria illustrata da Mattia Riami, da un’idea di Ferdinando Morgana
Nasce a Venezia, nel 1988. Fin da bambino Mattia è sempre stato appassionato di disegno e arti figurative e ha frequentato attivamente corsi di disegno e pittura. Tale passione lo porta ad intraprendere la carriera accademica presso la Scuola Statale d’Arte di Venezia. Una scuola radicata nelle antiche tradizioni artistiche di questa affascinante città, e che tocca un’ampia gamma di materie creative, come pittura, scultura, mosaico e grafica. Durante i suoi studi ha avuto la possibilità di partecipare e vincere diversi concorsi organizzati dalla scuola. Dopo aver conseguito il diploma di liceo artistico in decorazione pittorica, ha iniziato a creare solide basi per trasformare la sua passione in una professione. Per questo si è trasferito a Milano per proseguire gli studi allo IED (Istituto Europeo di Design), dove ha ottenuto una borsa di studio del corso triennale di comunicazione visiva: un laboratorio creativo in cui erano presenti tutti gli strumenti, le espressioni linguistiche, le tecniche e le tecnologie coinvolte nella comunicazione visiva presentato agli studenti. Si è specializzato in illustrazione, e oggi fa parte del team di grafici di UNITED COLORS OF BENETTON e lavora anche come freelance.

L’ illustratore: Mattia Riami

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Ideatore del metodo Cartografia Letteraria, Writing Coach ed Editor.

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